Cura delle prostatiti a Catania e provincia
PROSTATITI: CHE COSA SONO E COME SI CURANO
Le prostatiti sono infiammazioni che colpiscono la ghiandola prostatica, particolarmente frequenti nei giovani: sono condizioni a carattere benigno ma non per questo vanno sottovalutate in quanto possono avere conseguenze anche importanti sulla fertilità maschile.
Come curarle e soprattutto come evitare che si ripresentino?
Le prostatiti sono tra i disturbi maschili più comuni, di che cosa si tratta?
La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile che produce la maggior parte del liquido seminale. Si trova a un crocevia tra la via urinaria e la via seminale, per questa ragione le patologie che la riguardano possono avere ricadute sia sulla fertilità sia sul benessere del tratto urinario.
I disturbi più comuni che colpiscono la prostata sono l’ipertrofia, ovvero un aumento di volume di questo organo, il carcinoma e le prostatiti, che sono delle infiammazioni a carico della ghiandola. Ipertrofia e carcinoma colpiscono per lo più dopo i 45 anni, mentre le prostatiti possono interessare anche i soggetti più giovani.
Quali sono i sintomi e le cause?
I disturbi urinari sono prevalentemente “irritativi”, si avverte bruciore sia durante la minzione sia durante l’eiaculazione e il bisogno di urinare è frequente. Le cause più frequenti di prostatite sono infezioni di natura batterica. I batteri che più spesso si rendono responsabili di infezioni prostatiche sono microbi che abitualmente vivono nell’intestino, come l’Escherichia Coli e lo Streptococco fecale. Altri agenti infettivi, come la Clamidia, raggiungono la prostata per contagio trasmesso sessualmente.
Esistono dei fattori predisponenti?
Ci sono fattori che predispongono alla prostatite e prolungano il suo decorso, in primo luogo i fattori alimentari. Ci sono cibi che hanno un effetto irritante sulla prostata: peperoncino e pepe nero sono assolutamente da evitare in caso di infiammazione. Anche l’eccessiva sollecitazione meccanica è sconsigliata: il sellino della bicicletta può favorire la riacutizzazione dell’infiammazione.
La prostatite ha la tendenza a cronicizzarsi. Questa patologia ha un decorso prolungato, con periodi asintomatici alternati a periodi di ricadute. In questo caso la terapia può durare mesi. Una dieta corretta e bilanciata, ricca di frutta, verdura e fibre che mantengono l’intestino regolare, riduce il rischio di recidive.
Come si diagnostica e qual è la terapia più indicata?
Alla comparsa dei primi sintomi è bene non aspettare e rivolgersi a uno specialista. Già dalla prima visita si può individuare l’origine del disturbo: l’esame rettale valuta la consistenza e la dimensione della ghiandola. Ci sono poi alcuni esami specifici che approfondiscono il quadro clinico, come l’ecografia prostatica e la spermiocultura. In base ai dati raccolti, una volta individuato l’eventuale agente infettivo, si procede con la terapia antibiotica mirata, di norma abbinata a una terapia decongestionante.
La prostatite può avere conseguenze sulla fertilità?
Sì. Per questa ragione deve esser curata tempestivamente, per evitare conseguenze sulla funzione riproduttiva. Oltre ai sintomi urinari, la prostatite ha conseguenze dirette sulla qualità del liquido seminale, che risulta alterata in termini di numero, motilità e struttura degli spermatozoi.
Una prostatite non curata negli anni può causare alterazioni permanenti della struttura ghiandolare, con conseguenze sia in termini di sintomi urinari, che di ridotta capacità fecondativa.